Il Passito “L’Autentica” delle Cantine del Notaio, nasce dal desiderio di completare la gamma aziendale con un grande vino da dessert. Le uve di Malvasia e Moscato sono coltivate in diverse parcelle dell’areale del Vùlture, a un’altitudine di circa 500 metri sul livello del mare. I terreni sono di matrice vulcanica e insistono su un substrato composto da rocce tufacee, capaci di trattenere l’umidità e di permettere alla vite di superare anche lunghi periodi di siccità senza soffrire. Grazie a un clima secco e ventilato, i grappoli sono fatti appassire in pianta fino alla fine di settembre e dopo la vendemmia, su appositi graticci, in modo da disidratarsi e concentrare gli zuccheri e le componenti aromatiche. La fermentazione si svolge direttamente in barrique nuove e il vino matura per 12 mesi, sempre in barrique, prima di terminare l’affinamento con almeno altri 12 mesi in bottiglia.

Il vino “L’Autentica” è una specialità prodotta da Cantine del Notaio, che regala il piacere di un grande passito, molto ricco e dotato di un grande equilibrio gustativo.

VINO PASSITO BIANCO DOLCE

PROVENIENZA ITALIA

UVE: Moscato del Vulture 70% e Malvasia del Vulture 30% .

COLORE: dorato vivo

OLFATTO: All'olfatto appaiono subito opulenti profumi di fiori bianchi, fichi secchi, albicocche e spezie dolci

GUSTO: All'assaggio risulta dolce e sapido con una sorprendente agilità, chiude su toni fumè.

ALCOL 14%

TEMPERATURA DI SERVIZIO: va servito fresco (4-5 °C).

CANTINE DEL NOTAIO STORIA

Cantine del Notaio rappresenta indubbiamente una delle eccellenze vitivinicole della Basilicata, che ha avuto il merito di mostrare le mille sfaccettature del vitigno a bacca nera principe del territorio: l’Aglianico. Infatti, quest’antica varietà, nota fin dai tempi dell’Antica Grecia e citata dal poeta romano Orazio, si distingue per la strabiliante versatilità enologica oltre che per i pregiati attributi organolettici del vino finito. Anche se la tradizione enoica della famiglia si tramanda da ben 7 generazioni, Cantine del Notaio nasce ufficialmente nel 1998, quando Gerardo Giuratrabocchetti iniziò a dedicarsi all’attività che il padre aveva interrotto per dedicarsi alla carriera di notaio. Nella gestione della tenuta Gerardo è affiancato dalla moglie Marcella Libutti e da Luigi Moio, celebre enologo e professore ordinario di Enologia presso l’Università Federico II di Napoli. L’obiettivo comune è quello di valorizzare l’Aglianico del Vulture unendo tradizione, storia, innovazione e cultura del territorio.

I 40 ettari di proprietà sono distribuiti in 7 principali appezzamenti dell’area del Vulture, caratterizzata da suoli di natura vulcanica particolarmente ricchi di sostanze minerali, nonché dalla presenza di tufo in profondità, roccia che consente un costante rifornimento idrico durante i periodi più siccitosi. Le piante sono situate tra i 430 e i 600 metri sul livello del mare e alcuni vigneti superano i 100 anni di età. Come detto, il vitigno più coltivato è l’Aglianico, che rappresenta da solo circa il 70% della superficie vitata. Le altre varietà allevate sono il Moscato Bianco di Basilicata, la Malvasia Bianca di Basilicata, lo Chardonnay, il Fiano e il Sauvignon Blanc. Le tecniche di coltivazione si ispirano a criteri biologici e biodinamici e, una volta giunti a maturazione, i grappoli sono raccolti a mano e attentamente selezionati. Essendo scavate nel tufo vulcanico, le sale di vinificazione e affinamento di Cantine del Notaio sono l’ambiente ideale per la conservazione dei vini grazie alla loro capacità di mantenere temperatura e umidità a valori costanti e ottimali tutto l’anno.

La selezione delle etichette è ampia e diversificata, mirata principalmente a rivelare la straordinaria duttilità dell’Aglianico, vinificato in rosso, in bianco, in rosato e perfino spumantizzato. Espressioni tipiche e di classe, capaci si trasferire il territorio del Vulture nel calice.